Un pò scherzando e un pò seriosa dico che non ci sarebbe una terza età se le persone riuscissero a condurre una vita rispettosa del proprio corpo.
Purtroppo sono convinta che non riusciamo ad avere rispetto degli altri e del mondo proprio perchè non riusciamo ad averne neanche di noi stessi. Se una persona non sa rispettare il proprio corpo e quindi la propria vita come si può pretendere che quella stessa persona abbia rispetto della vita altrui?
Mangiare a sproposito alimenti che non consentono salute ai propri organi, non allenare adeguatamente il cuore e gli altri muscoli che esigono tale trattamento, vivere di notte che è fatta per il riposo e dormire di giorno, cioè quando il corpo per natura vuole rimanere in attività, vuol dire non rispettare se stessi.
Detto ciò è naturale arrivare alla terza età, com’è normale trovare persone che debbano lavorare di notte e non di giorno. Non siamo immortali: la scienza ci ha donato tanto, ma non può stravolgere la natura delle cose e dell’uomo, anche perchè quando l’essere umano cerca di farlo la natura si difende bene.
Alla terza età chiunque può arrivare in buona forma fisica. Abbiamo tutto per poter arrivare ad avere 70 anni in maniera dignitosa: ci sono le cure mediche, c’è l’attività fisica, c’è la possibilità di alimentarsi in maniera adeguata. Non è una questione economica ma di mentalità, una patata bollita costa molto meno di un panino con la porchetta, una bistecca costa meno di un pò di eroina, una bustina di aminoacidi costa quanto una sigaretta, camminare e nuotare hanno costo zero.
Ovviamente l’idea di fare o non fare determinate scelte non è sempre decisione della singola persona, viviamo in un mondo eterodiretto, siamo manipolati e le nostre scelte sono codificate: questo è il volere politico e delle varie lobbies di potere, tra cui le case farmaceutiche, se non ti ammali non possono venderti medicine.
Detto questo, che sa quasi di utopia intanto è realtà, potremmo grosso modo distinguere due categorie di terza età: persone reattive che vivono appieno il passaggio e la continuità della propria vita, e persone che si trascinano perchè frutto di scelte sbagliate.
Ovviamente, nessun essere umano, proprio perchè tale, può essere catalogato in una o in un’altra categoria, molto spesso siamo nel mezzo. Ci sarà sempre il settantenne sportivo con qualche inizio di fragilità e la persona non sportiva che ha comunque una vita attiva. La differenza nell’approccio allenante sta proprio in questo: considerare sempre la persona che si ha difronte capendo in maniera puntuale il punto di partenza.
Addentrandoci un pò di più… le cadute sono la costante alla quale bisogna porre attenzione negli allenamenti per la terza età. Mi spiego meglio: se si volesse programmare un allenamento per una persona senior che per la prima volta si avvicina all’allenamento, bisogna calibrare l allenamento in modo da “proteggere la persona”. Molto spesso in questa fase della vita se si inizia un allenamento, sentendosi meglio diventano più autonomi, chiedendo meno aiuto ai familiari per svolgere le proprie azioni quotidiane, è proprio questo il momento in cui le insidie, la facilità a cadere, possono prendere il sopravvento.
Proprio la caduta è la caratteristica dell’età che avanza, ovviamente per ridotta mobilità articolare e mancanza di massa muscolare. Proprio in queste persone è fondamentale l’apporto di calorie derivanti da cibi sani e di supporto di aminoacidi, anche se, grosso modo sono convinta (soprattutto mi riferisco alla quarta età) che quando la situazione è oramai degenerata sia impensabile ripristinare uno stato di “normalità”. Somministrare aminoacidi ad una persona di 90 anni, magari allettata, pensando di poter recuperare massa muscolare è difficile, anche se la situazione cambia da persona a persona non dubito di questo, potrà forse essere possibile un recupero della salute in generale non muscolare nel senso specifico del termine.
Dunque, anche nei casi più difficili, come in età più avanzata oppure in persone allettate, non potrà esserci un recupero totale per quanto riguarda sia ROM che parte muscolare, senza dubbio ci saranno benefici diretti sullo stato di salute generale e sulla parte emozionale che in questi casi davvero ha la sua importanza.
Tante sono le persone che si allenano in palestra prendendo parte ad attività come ginnastica posturale, yoga o anche sala pesi. Se una persona settantenne frequenta la sala pesi ben venga, ma in genere sconsiglio fortemente a persone anziane starsene seduti durante l’allenamento, sarebbe buona norma allenarsi con manubri e bilancieri, kettlebell, palla medica, ovviamente se il caso lo permette. Non demonizzo la seduta a prescindere da qualsiasi motivo ma in generale per le persone anziane sarebbe auspicabile non utilizzarla.
Sicuramente l’allenamento isotonico è uno dei modi per recuperare massa muscolare, qualora il caso lo permettesse, infatti proprio con la perdita della massa muscolare si va incontro a difficoltà di movimento, ridotte difese immunitarie e tutto ciò che questo comporta.
Quella che tecnicamente viene definita sarcopenia, rappresenta un fenomeno fisiologico che può essere rallentato solo con l’allenamento e una corretta alimentazione, ciò è possibile se si inizia in tempo non quando la situazione è ormai degenerata. Non esiste l’allenamento ideale, ma la persona con le proprie caratteristiche fisiche, l’assenza o la presenza di patologie e non da meno la sua condizione sociale. Tempi, volumi di lavoro, sequenza, sguardo e visione sulla programmazione delle micro e delle macro sessioni allenanti faranno la differenza.