Il Personal Trainer deve essere in grado di gestire qualsiasi situazione, quindi qualsiasi persona, gli unici parametri da tenere sempre presenti sono: la persona ed il suo obiettivo.
Sicuramente vi sono professionisti con una propensione a saper guidare di più persone anziane, oppure persone che dovranno dimagrire ecc… Il Personal Trainer non deve scegliere a priori una categoria o un’altra.
Detto ciò, l’obesità è una condizione ai margini, come d’altronde tante altre condizioni. Ci troviamo sul filo del rasoio… difficilmente la condizione di obesità non è legata a patologie, giovane o anziano che sia, se la o le patologie non sono dichiarate, nel senso se ancora non c’è il diabete ad esempio, sicuramente siamo in una precondizione patologica su diversi aspetti dell’integrità della salute del proprio allievo.
Di norma la persona obesa ha difficoltà anche nei movimenti quotidiani, più è importante il sovrappeso più saranno presenti disagi nei movimenti quotidiani. Quasi sempre per svolgere le funzioni vitali (per funzioni vitali intendo: alzarsi dal letto, vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc.), ha difficoltà a farlo oppure ha bisogno dell’assistenza di una persona o di attrezzatura consona al sollevamento del proprio corpo: vivono un’altra realtà!
Quindi, considerata tale situazione, mi riferisco a grandi obesità, non è lavoro di cui si può fare carico il Personal Trainer, il problema è squisitamente medico aggiungendo poi che in tali situazioni non è pensabile alcunchè di sforzo fisico, già camminare diventerebbe un problema, se non al momento comunque immediatamente dopo. Ossa, articolazioni e organi sono soggetti a gravi danni, creati da ingenti quantità di cibo. In questi casi non uso fare distinzione tra qualità di cibo ma il vero problema è la quantità, le enormi quantità di cibo ingerite ovviamente non per fame procurano ed usurano tutti gli organi, le cause sono quasi sempre di natura psicologica.
Anche se in Italia ve ne sono pochi, parlo sempre di grandi obesi, ma a dire il vero non pochissimi, pochi rispetto all’America ad esempio, eventualmente alla persona interessata, o chi per essa, quasi sempre è la famiglia e non la persona a chiedere aiuto, bisognerebbe essere in grado di trasmettere in modo delicato ma incisivo un messaggio abbastanza aderente alla realtà: l’unica cosa che può salvare la persona dalla morte certa è chiedere l’aiuto del medico, o meglio un’equipe medica, dove si troverà il supporto di più professionisti adeguati alla situazione. Agli inizi del mio percorso lavorativo, nel momento in cui non riuscivo a portare all’obiettivo la persona, dimagrire 30/40 chili, consigliavo l’intervento di chirurgia bariatrica, purtroppo negli anni mi sono dovuta rendere conto che queste persone avendo avuto la riduzione dello stomaco erano costrette si a mangiare di meno ma non avevano di certo migliorato il loro rapporto con il cibo, oggi consiglierei delle sedute dallo psicoterapeuta. Per questo motivo essenzialmente un buon Personal Trainer deve e dovrà sempre più essere anche un grande motivatore e un educatore alimentare.
Il passaggio importante da fare è quello di capire se la persona può, nonostante l’obesità, essere seguita anche da noi, oppure no. Considerare solo il peso per dedicere se prenderla in carico oppure no è troppo riduttivo. 100 kg di peso potrebbero essere troppi o ancora gestibili anche dal Personal Trainer, ( previa consultazione medica) dipende dalla persona come si presenta, come riesce a gestire la propria vita quotidiana, se è possibile o no fare i test fisici, se la famiglia accetta eventuali cambiamenti che dovranno esserci, ecc.
Il Personal Trainer dovrà discernere in maniera saggia e obiettiva quale risposta dare al potenziale allievo che si presenta in determinate condizioni ed eventualmente anche alla sua famiglia. Questo vale per tutte le situazioni che richiedono un allenamento non di routine e per routine intendo di non facile applicazione e gestione.
Avere poi dei punti di riferimento in zona, dove rinviare eventualmente la persona sarebbe la migliore cosa da fare. Invece, potendo prenderla in carico, quindi arrivati al secondo step, la qualità che il Personal Trainer deve utilizzare di più è la motivazione. Saper motivare al cambiamento è una delle azioni più complicate da mettere in atto soprattutto in questi casi, il primo vero problema è superare l’ostacolo che l’obeso organizza, cioè le bugie riguardo al cibo.
Ovviamente non siamo psicologi ne psicoterapeuti e quindi va da se che non dobbiamo toccare campi altrui, ma il Personal Trainer deve saper portare al cambiamento. Non bisogna cadere nell’errore di voler manipolare la persona, sarebbe semplicemente scorretto, non etico. Motivare non vuol dire manipolare, ma condurre, fare leva sulle cose che a lui interessano.
Il terzo step è quello di riuscire a distinguere il tipo di obesità: androide tutta pancia, oppure ginoide tutto grasso sulle gambe? Per renderci le cose più difficili vi è sempre una terza via, il nostro allievo accumula adipe un pò ovunque?
Fatte queste dovute distinzioni, procediamo con altre: una persona infiammata la si vede bene quando ha parecchi chili in più, ma ovviamente ci sono strumenti per quantificare ed osservare la qualità della composizione corporea. Nel caso di un obeso l’attrezzo più indicato rimane la DEXA, non in uso a Personal Trainer. In generale, se il soggetto possiamo prenderlo in carico, sia un AKERN cioè la bioimpedenziometria, che un HOSAND cioè una adipometria, vanno bene per fare le necessarie stime, anche se in questi casi è ben evidente che l’infiammazione è alle stelle.
Quindi, cosa bisogna fare in questi casi? Suggerire un’alimentazione che elimini l’infiammazione o l’adipe? La risposta è semplice: far ridurre drasticamente e subito i carboidrati, perchè l’insulina è l’ormone infiammatorio per eccellenza, inserire subito un integratore che blocchi l’appetito per favorire il senso di sazietà, se necessario un drenante in modo da incoraggiare anche la persona a vedersi subito meglio allo specchio, poi ovviamente dobbiamo tener presente che questo intervento d’urto va modificato appena la situazione lo permetterà.
Attenzione agli integratori ipoglicemizzanti, poichè una glicemia troppo bassa porta appetito: delle vere e proprie crisi di fame! Va posta attenzione anche al drenante, quasi sempre queste persone hanno la pressione alta oltre che il colesterolo, e per quel che riguarda la pressione, tra medicine del medico, drenanti, riduzione dei carboidrati, se si aggiunge anche una stagione calda, il soggetto potrà avere seri problemi.
N.B. Sia il regime alimentare che il supporto alimentare vanno intesi solo in assenza di patologia dichiarata e comunque in accordo col medico di base e/o specialista di riferimento.
Purtroppo è mio obbligo scrivere che se da una parte il settore non è ancora pronto, nonostante i cambiamenti degli ultimi anni, a capire e quindi guidare tali situazioni, dall’altro lato anche la parte medica non sa bene come adeguarsi e cosa fare.
Purtroppo, soprattutto in Italia, la figura del Personal Trainer è associata a quella della ginnastica e non si ha neppure coscienza di quello che si fa o meglio che andrebbe fatto, sono due realtà che non hanno capito come devono avvicinarsi, eppure è necessario e più semplice di quel che sembra.
Auspico in un’apertura mentale da entrambe le parti. Anzi, invito entrambi le parti a confrontarsi con me direttamente qui, sul blog.