Premesso che di obesità, intendo il grande obeso, sono convinta ne debbano parlare i medici e non i Personal Trainer e il motivo è semplice, mangiare in maniera smodata porta a patologie complesse e soprattutto non si è in condizioni di fare neanche movimenti quotidiani, come fare la doccia o scendere dal letto, quindi sarebbe molto difficile programmare un allenamento.
A parte qualcosa da poter fare con le braccia, ad esempio, dove il dispendio energetico potrebbe essere davvero minimo, se non altro lo sforzo di fare qualcosa nonostante la zavorra. Se invece parliamo di sovrappeso con o senza patologie il Personal Trainer può e deve intervenire. Come già scritto in altre occasioni, in questi casi saper motivare il proprio allievo farà la vera differenza (che non è fare marketing) e la preparazione tecnica deve essere conosciuta alla perfezione soprattutto se già presenti patologie o sofferenza a livello osteoarticolare e quasi sempre entrambi.
Per dimagrire bisogna mangiare di meno e soprattutto meno carboidrati: pane, pasta, pizza, patate, frutta, succhi di frutta, dolci, bevande zuccherate, crackers, fette biscottate, marmellate, miele, merendine, cornetti, gelati, cioccolato, riso, pop corn, mais, biscotti ecc. Per dimagrire non è necessario eliminarli del tutto: bisogna solo ridurre in parte o drasticamente le quantità, dipende da quanto grasso abbiamo in più.
Ovviamente parlando di sovrappeso e obeso il grasso in più è decisamente molto ma il solo peso è un numero che non considera alcune variabili importanti come ad esempio massa muscolare, fluidi ecc. Parlare di sovrappeso e obeso, vuoldire che il numero che appare sulla bilancia è decisamente legato al cibo ingerito in eccesso e non ai muscoli come potrebbe essere per uno sportivo, in genere si prende non a caso l’esempio del culturista dove la massa muscolare fa il peso a differenza del maratoneta.
Alcuni nutrizionisti di nuova generazione parlano di grassofobia (paura del grasso), definendola un insieme di stereotipi e pregiudizi sul grasso, da cui derivano forme di discriminazione, infatti grasso è associato a insano e via discorrendo.
Spesso alleno persone con 45 chili in più ad esempio, e raramente ma esiste, almeno apparentemente non vi sono patologie e facendo un prelievo di sangue i valori ematici potrebbero risultare tutti nella norma. Il punto è un altro, nel momento in cui dalle analisi i risultati arrivano alterati il danno è già fatto. Da quel momento in poi non si fa più prevenzione con alimentazione ed allenamento ma ci si adegua semplicemente a tutelare ciò che è rimasto illeso. Nessuno è mai morto con 15 chili in più, qualche sigaretta al giorno e standosene seduti per metà del giorno, tante persone hanno una vita normale se fumano e mangiano di più.
Certo, chi si rivolge ad un Personal Trainer evidentemente non desidera più una vita così: sempre stanchi e spossati, al di la della stagione calda, si è meno reattivi e attivi durante il giorno, perchè lo sappiamo bene che troppi carboidrati portano sonnolenza e mancanza di energia, peggio ancora se non è riso ma un panino tipo McDonald’s. In realtà bisogna dire che mangiare male porta dolori articolari dei quali almeno apparentemente non se ne capisce la causa. Certo esiste anche l’anoressia, soggetti che non mangiano e se lo fanno provocano il vomito, quello che viene definito disturbo del comportamento alimentare.
La verità è che non c’è niente di più sbagliato che dare certezze quando si parla del corpo umano e di come questi reagisce agli stimoli esterni.
Come si fa a capire se si è in sovrappeso?
Con l’adipometria si può verificare con buona certezza di quanto si è in sovrappeso, però non sempre è adatto agli obesi, dipende più che altro dal grado di obesità. La quantità e la qualità di adipe non si decidono perchè saliti sulla bilancia la lancetta cresce, la bilancia è uno degli strumenti ma non lo strumento in assoluto per decidere di quanto siamo in sovrappeso. La bilancia, la misurazione dei centimetri in determinati punti del corpo e l’adipometria sono la base per esprimere non un giudizio sulla persona ma un dato scientifico dal quale partire per poter raggiungere l’obiettivo prefissato.
L’adipometria è la metodica che permette di misurare oggettivamente, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, i tessuti sottocutanei, l’adipe e il muscolo, tramite l’utilizzo di una tecnologia a ultrasuoni, in qualsiasi parte del corpo. La misura ottenuta risulta precisa al decimo di millimetro! Scorrendo sulla zona di misura, crea una mappa dei tessuti sottostanti, detta stratigrafia, sulla quale è possibile misurare in millimetri l’adipe, suddividendolo a sua volta in: derma, SAT, adipe essenziale, ipoderma, DAT, adipe di accumulo; inoltre permette di misurare in millimetri le fasce muscolari e valutare i tessuti dal punto di vista qualitativo. Con l’adipometria è possibile anche stimare con accuratezza la composizione corporea, perchè grazie alla tecnologia ad ultrasuoni elimina quasi del tutto l’errore intraoperatore, ciò invece è difficile da ottenere con il classico plicometro.
La verità è che le persone non vogliono fare la dieta e trovano scuse, si cercano continuamente escamotage per mangiare senza misura, l’ultima moda è quella del digiuno intermittente, anche qui non giudico ne bene ne male in assoluto, ma a chi è rivolta? In una società dove si sta sempre seduti, per qualsiasi motivo abbiamo una sedia, inoltre l’allenamento viene calibrato al respiro, intendo dire che vi sono diverse fasi: riscaldamento, allenamento e defaticamento, la fase allenante vera e propria può avere dei recuperi e via discorrendo, tutto perfetto ma quale è la spesa energetica? Per spesa energetica dovuta all’allenamento intendo dire che se è tutto così strutturato, standardizzato la spesa energetica sarà sempre inferiore, nonostante gli allenamenti adeguati, all’introito calorico delle società moderne.
Se vivi in montagna e ti sposti a piedi per tutto il giorno e il cibo non è una consolazione ma legato alla sopravvivenza, la spesa energetica viene favorita. Stando seduti, compressi tra sedia e scrivania per 8 ore, poi entri in metro o in macchina e ti siedi, arrivi a casa e ti siedi perchè si è stanchi, poi mangi perchè ti senti debole e non bevi, cioè quello che in realtà servirebbe, poi arrivi in palestra e ti siedi per allenarti! Ovviamente non sempre è così, ma in tutto ciò la spesa energetica qual è? Semplicemente non c’è! O quantomeno è minima rispetto a ciò che ingeriamo, per cui dobbiamo mangiare poco, bisogna mangiare per vivere e non vivere per mangiare. Non sono giudizi sulla persona è semplicemente la realtà dei fatti.
Il nostro settore negli anni non ha saputo educare. Nel momento in cui una persona si rivolge a noi, semplicemente è stanca di mangiare e fumare, quindi per avvicinarla ad un modo e ad un mondo a loro estraneo bisogna saperli motivare, saper comunicare in maniera semplice e concreta. Non serve usare termini tecnici, in realtà la persona vuole solo dimagrire, di tutto il resto non gliene frega nulla: di quanto tu sia bravo e palestrato non gli interessa! Ha un problema e vuole che glielo risolvi. Perchè riescano a seguirci non c’è bisogno di fare marketing, rappresentiamo salute. Se le persone sono convinte che l’integratore sia doping, la colpa è solo nostra, se le donne che approcciano la sala pesi per la prima volta pensano di diventare uomini usando i manubri tipo Barbie, la colpa è nostra.
La vita moderna ci lascia sempre meno tempo per rispettare i propri ritmi biologici. Un tempo nutrirsi era più legato a necessità pratiche e sicuramente meno invischiati a significati. Finiamo per oscillare tra una dieta e l’altra, senza mai sapere come ci stiamo nutrendo per davvero.
L’obesità, termine derivante dal latino obedo, cioè mangiare in eccesso, consiste in un aumento del peso e di volume corporeo, rispetto ai valori ideali. L’aumento del peso corporeo non implica necessariamente obesità, esso può infatti essere provocato da maggior peso muscolare, maggior contenuto idrico, oppure maggior peso dello scheletro. In relazione alla distribuzione dei lipidi in eccesso, si distinguono poi diversi tipi di obesità: androide, ginoide, tipo misto. L’obesità di un qualsiasi soggetto è la prova evidente che l’apporto calorico dei cibi di cui egli si alimenta è superiore al dispendio energetico.
Nell’ipotalamo vi sono vari centri regolatori, tra i quali il centro della fame e della sazietà. I centri della fame e della sazietà vengono integrati da una parte del cervello, sistema limbico, responsabile anche della regolazione dell’appetito. Occorre distinguere tra fame e appetito; l’appetito implica scelte qualitative di cibo, mentre la fame è istintiva e incontrollabile: il desiderio di cibo che viene soddisfatto solo dall’ingestione incontrollata e smodata di cibo.
Poi vi è una obesità detta costituzionale, il metabolismo basale in questi soggetti risulta lavorare di meno. Infine vi è la sedentarietà, dovuta alla vita moderna, dove per lo più si sta seduti e fermi per ore. Le anomalie del comportamento alimentare possono derivare sia da condizionamenti ambientali e socioeconomici, sia da motivazioni psicologiche. (FONTE: La bibbia delle calorie, di Elio Muti, edito da Demetra)
Per dimagrire e stare meglio con la salute devi ridurre le calorie in generale, soprattutto i carboidrati che fanno aumentare il grasso: se il nostro pancreas è costretto a produrre molta insulina ( l ormone che fa ingrassare), perchè mangiamo troppi carboidrati, lieviteremo cioè ingrasseremo. Per dimagrire basta mangiare meno, invece per avere un bel corpo devi mangiare meglio, ma per avere un fisico sano e tonico bisogna mangiare poco, bene e allenarsi! Dipende sempre da ciò che si vuole, dall’obiettivo che si vuole raggiungere.
Quando si parla di sovrappeso in genere si parla di sindrome metabolica. I criteri OMS per la diagnosi di questa sindrome sono:
- INSULINO – RESISTENZA
- IPERTENSIONE ARTERIOSA 140/90
- IPERTRIGLICERIDEMIA >150
- COLESTEROLO ALTO
- BMI >30
- ESCREZIONE URINARIA DI ALBUMINA > 20.
La diagnosi di sindrome metabolica viene posta quando sono presenti almeno tre delle suddette condizioni. (FONTE: Fitness cardiometabolico: Il manuale,di Pietro Mariano Casali, Luca Marin, Matteo Vandoni, edito da Calzetti Mariucci)
N.B. La menzione delle malattie o condizioni patologiche ha il solo scopo di rendere fruibile l’argomento. Per le patologie vi sono persone dedicate: i medici. Se il Personal Trainer allena persone con patologie o con condizioni sfavorevoli e di disagio ha l’obbligo di rapportarsi con il medico di fiducia dell’allievo, che quasi sempre è lo specialista, non per accordarsi sull’allenamento, ma per avere una visione completa e per poi procedere alla stesura del programma allenante.